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Eduardo De Filippo
 

 Eduardo storia, Eduardo leggenda, cattivo, tiranno, dispotico, irascibile? Eduardo campione di scortesia, protagonista crudele e spietato d'incresciose situazioni? Eduardo accentratore, elemento polarizzante d'applausi, geloso delle altrui affermazioni? No, Eduardo e basta ! Cosa si poteva mai pretendere da un uomo che fin da piccolo si era imposto una regola di vita spartana e che giunto alla veneranda età di ottant'anni schiavizzava se stesso, sottoponendosi a lunghe ed estenuanti prove in teatro, al fine di rasentare quanto più era possibile la perfezione? Ci si poteva mai aspettare che un grande attore come lui potesse chiedere agli altri meno impegno nel lavoro di quanto egli, da sempre agli apici del successo, aveva profuso? Quest'uomo che ad ottantatre anni sacrificò una intera estate alla traduzione dell'opera shakesperiana La tempesta non aveva il diritto di chiedere agli altri attori pari impegno? Eduardo maestro di vita e di teatro non ha mai risparmiato se stesso e se qualche episodio peraltro ingigantito dal tempo e dai pettegolezzi é accaduto, questo va inquadrato nella sua giusta ottica e cioè nella affannosa ricerca della perfezione artistica. Si, Eduardo aveva un carattere introverso, era duro, talvolta spietato (ma prima con se stesso e poi con gli altri), geloso della propria intimità familiare, ma non c'é mai stata la benché minima cattiveria nelle sue azioni, che erano dettate solo da una grande, unica professionalità. Qualcuno ha forse avuto a lamentarsi di non essere stato tenuto nel giusto conto dal grande Eduardo, di essere stato offuscato di proposito dall'ombra del grande Direttore; ma costui ha mai ascoltato Eduardo quando ha negato al figlio Luca di apparire in teatro col cognome De Filippo, imponendogli quello di Della Porta, perché: 'O De Filippo se l'hadda faticà! Ed ora che Eduardo é morto ci rimane la sua arte e la sua grande lezione di vita ed in più un gran vuoto incolmabile. Nella sua ultima apparizione in pubblico, la sera del 16 settembre del 1984, a Taormina durante il XXX convegno dell'I.D.I. il grande Eduardo dettò il suo testamento spirituale: ...qualcuno dice di me che sono un orso, che sono scostante, ma soltanto questo mio carattere mi ha consentito di fare quello che ho fatto. Sono stato un gelo, é vero, un gelo durante le prove delle mie commedie e un gelo durante le prime ma credetemi, il cuore batteva forte, l'emozione mi stringeva sempre la gola: ...Non ha avuto privilegi Luca, ha fatto la gavetta come tanti giovani, ma ce l'ha fatta. Perché vi parlo di lui? Non l'ho mai fatto in passato: questa é la prima volta. Vi parlo di lui perché senza di lui il mio cuore avrebbe cessato di già di battere. E invece batte ancora, e palpiterà sempre, anche un domani, quando sarò morto. Dopo la morte di Eduardo un'altro grande attore italiano, Turi Ferro intervenne per avvalorare quanto dichiarato dal Direttore: "...suo figlio Luca, un dono che egli ci ha lasciato con l'affetto e la fiducia del padre. Eduardo continuerà in Luca, questa é la nostra certezza, il nostro modo di sentirlo vivo". 

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