Durante l'era fascista Eduardo per il suo
atteggiamento critico nei confronti del regime Mussoliniano ebbe non pochi grattacapi.
Più di una volta fu costretto a ricorrere alle sue tante amicizie per porsi al riparo
delle ire dei politici, fino a che fu addirittura inserito nelle liste dei deportati al
nord e grazie al tempestivo e provvidenziale intervento del grande ed
indimenticato Totò che Eduardo riuscì a sottrarvisi.
Ma Eduardo non era solo un attore, egli
era anche un gran commediografo, ricco di talento naturale. Il teatro di Eduardo, un
teatro vivo, significativo, fatto di esperienze reali, molte delle quali ancora attuali e
che non si ancorano alla figura dell'attore autore, ma che vanno ben al di là dei confini
del rapporto autore attore. Molto spesso qualcuno ha, affrettatamente, sentenziato che
morto l'attore, morto il personaggio; ci potrà mai essere una Filomena Marturano senza Titina, o un Pasquale Loiacono senza Eduardo? Potrà sopravvivere degnamente il teatro di
Eduardo dopo la sua morte, le sue opere avranno ancora lo stesso magico fascino? Grazie a
Dio non si é dovuto aspettare la morte del grande Direttore, quando questa é avvenuta
c'é stata solo la riconferma di un concetto,ormai internazionale, dell'universalità del
discorso eduardiano, un concetto a viva forza ribadito dal figlio Luca che ha affidato a
due grandi interpreti del teatro italiano, Valeria Moriconi e Turi Ferro, due grandissimi
capolavori di drammaturgia: Filumena Marturano e Il sindaco del Rione Sanità. Ma il
discorso internazionale della drammaturgia internazionale di Eduardo non é legato a
questi due episodi postumi, bensì trova la sua collocazione in un arco di tempo che va
dal 1947 fino a... (mi sia consentito) che il teatro avrà vita e darà vita a quella
molteplicità di sensazioni magiche e stupende. Le prime opere di Eduardo ad essere
rappresentate in terra straniera e da attori stranieri furono: Questi fantasmi (Buenos
Aires) e Filumena Marturano a (Bucarest), entrambe nel 1947. Fecero poi seguito altri
lavori come: Non ti pago, Io l'erede, Napoli milionaria,
Le bugie con le gambe lunghe, La
grande magia, Le voci di dentro, La paura numero uno, Mia famiglia, De Pretore Vincenzo,
Sabato, domenica e Lunedì, Il sindaco del Rione Sanità, L'arte della commedia, Il
cilindro, Il contratto e Gli esami non finiscono mai; rappresentate a Parigi, Mosca,
Atene, Varsavia, Szeged,Montreal, Oxford, Tokio, Jaroslavl, New York, Città del Messico,
Tel Aviv, Malmoe e tante, tante altre ancora che il lungo elenco finirebbe per
annoiare il più paziente dei lettori. Se ne può quindi arguire
che i concetti ed i temi delle opere di Eduardo De Filippo,
oltre a possedere il carattere della universalità, contengono
anche concetti che possono trovare la loro collocazione in
molteplici realtà tra loro diverse ponendo, così, il loro autore
in una posizione preminente nel mondo della cultura e facendone
un punto di riferimento, un modello a cui rifarsi, a cui
ispirarsi.
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